Partito dei Giovani (P.d.G.)

Finalmente è nata una forza giovane che vuole rinnovare il paese e sostituire l'attuale gerontocrazia che soffoca l'Italia.

Vday

martedì 12 dicembre 2006

POLITICA ED ECONOMIA

Il P.d.G. supera i tradizionali concetti politici di destra e sinistra, che fanno parte del retaggio del secolo scorso. Parlare ancora di Comunismo o Fascismo, nel terzo millennio, non ha più senso e rappresenta un’inutile distrazione dall’affrontare i veri problemi.
Bisogna guardare al futuro che appartiene ai giovani e non all’attuale classe dirigente, formata da gente di 50 – 60- 70 (a volte 80!) anni, che tra 20 anni sarà sotto terra o in un ospizio!!!
Il P.d.G. si pone l’obiettivo di difendere i diritti e gli interessi dei giovani, condizionando lo schieramento di maggioranza che offre di più, in termini di politiche a sostegno della parte vitale e pulsante del Paese.

Il P.d.G crede nella libertà di mercato, ma non nel liberismo sfrenato ed incontrollato.
La libertà nel campo dell’economia non può essere assoluta, ma deve essere contemperata da poche e chiare regole, rispettate da tutti a livello nazionale, europeo e mondiale.
Tali regole devono primariamente garantire la concorrenza, eliminando monopolisti e rendite di posizione: a tal proposito, il P.d.G. reputa nefasta la modalità con la quale si è proceduto a smantellare l’IRI ed a privatizzarne i vari tronconi.
La competizione va giocata ad armi pari, coniugando la crescita economica con la salvaguardia dei diritti fondamentali del lavoratore (salario dignitoso, orario di lavoro accettabile, salubrità e sicurezza del luogo del lavoro).
Ma la produzione di ricchezza va ricercata attraverso un modello di sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente, perché il nostro pianeta rischia il collasso.
Il P.d.G. è schierato, di conseguenza, contro l’attuale globalizzazione ed è favorevole al ripristino dei dazi commerciali sulle merci provenienti da paesi che sfruttano i lavoratori e che non hanno ratificato il protocollo di Kyoto.
Il P.d.G. crede fortemente nell’innovazione tecnologica (di processo e di prodotto) e chiede un forte aumento degli investimenti nel campo della ricerca, allineando l’Italia alla media dei paesi dell’Unione Europea.
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