Partito dei Giovani (P.d.G.)

Finalmente è nata una forza giovane che vuole rinnovare il paese e sostituire l'attuale gerontocrazia che soffoca l'Italia.

Vday

lunedì 31 marzo 2008

SE I GIORNALISTI FACESSERO IL LORO MESTIERE



Fino a questo momento il Partito dei Giovani non si era ancora pronunciato sulle prossime elezioni e sulla stucchevole campagna elettorale che le sta precedendo.
Si torna a votare con una legge elettorale vergognosa che non garantisce la governabilità del paese, ma assicura il posto ai professionisti della politica, la cosiddetta casta partitocratrica, con la presentazione di liste bloccate auto-referenziali e candidature multiple in più collegi che rasentano l’incostituzionalità.
Torneranno a scaldare gli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama la solita pletora di 900 e passa nullafacenti che contribuiranno con la loro incapacità ed irresponsabilità ad affossare ulteriormente questo nostro disgraziato Paese.
Il Partito dei Giovani invita i suoi simpatizzanti a votare, a livello locale, le liste civiche sponsorizzate da Beppe Grillo, mentre a livello nazionale per l’Italia dei Valori (IDV) di Antonio di Pietro, l’unico politico rimasto a difendere la Legalità e la Giustizia.
I programmi del PDL e del PD sono sostanzialmente uguali così come le ricette, l’unica differenza sta nelle cifre che ovviamente Berlusconi ed i suoi “colonnelli” sparano alla grande, mentre Veltroni ed i suoi “compagni” sono più cauti, ma entrambi non specificano mai dove troveranno la copertura finanziaria, rimanendo sempre nel vago. Ovviamente gli accondiscendenti giornalisti radio-televisivi (con rarissime eccezioni) si guardano bene dall’incalzare con domande più approfondite questi professionisti nella vendita di fumo, per vedere se si tratta di propaganda irrealizzabile o proposte che si reggono su basi realistiche.
Martedì scorso, però, è successo qualcosa davvero incredibile per i tempi. Nel salotto politically correct di Ballarò dove è prassi dire tutto ed il contrario di tutto, Enrico Boselli, segretario del Partito Socialista, ha rotto lo schema consolidato e sostituendosi al conduttore giornalista Floris (uno che piace a tutti i politici perché non fa mai la seconda domanda) ha messo in serio imbarazzo i rappresentanti del PD, Piero Fassino e Colaninno Jr., e quelli del PDL, la pasionaria Brambilla ed il quasi ottantenne Lamberto Dini.
Cosa avrà fatto mai di tanto dirompente il buon Boselli?
Rimasto col cerino in mano dopo la caduta del Governo Prodi, escluso dal PD e dalla Sinistra Arcobaleno, il Partito Socialista correndo da solo rischia seriamente di scomparire e con lui l’eredità di un grande partito laico, merce rara in questo tempi di proselitismo cattolico e genuflessioni acrobatiche.
Boselli non ha più nulla da perdere e quindi, libero da condizionamenti, ha fatto quello che è normale in tutti i paesi democratici del mondo, cioè sfidare gli avversari sul piano dei contenuti delle proposte.
Così, dopo aver rimarcato a Floris che la sua trasmissione presenta i connotati di uno spazio auto-gestito dove ognuno fa a gara a spararla più grossa senza che lui glielo faccia mai minimamente notare, Boselli ha rotto il tacito ed infausto accordo che regnava da anni nei dibattiti televisivi ed ha detto senza buttarla in cagnara, con un tono pacato ma chiaro e perentorio, che le proposte dei due principali schieramenti sono semplici balle ed ha chiesto, nello specifico, dove si si andrebbero a prendere i soldi per tutta una serie di provvedimenti dal forte appeal mediatico-elettorale.
I vari Fassino, Colannino, Brambilla e Dini, abituati all’andazzo consuetudinario delle domande concordate o all’acqua di rosa, si sono arrampicati sugli specchi, facendo una figura barbina e dimostrando, se qualcuno non era ancora consapevole, come dietro il paravento delle chiacchiere ci stia il niente

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