Partito dei Giovani (P.d.G.)

Finalmente è nata una forza giovane che vuole rinnovare il paese e sostituire l'attuale gerontocrazia che soffoca l'Italia.

Vday

martedì 15 aprile 2008

ANCHE IN ITALIA CADE IL MURO DI BERLINO


Queste elezioni sono state veramente epocali (i risultati) consegnando al Paese un quadro politico totalmente nuovo con l’eliminazione della frammentazione partitica, che allinea l’Italia agli altri paesi d’Europa.
Onore a Silvio Berlusconi che stravince le elezioni politiche, per la terza volta in 15 anni, e dimostra - comunque la si pensi - di possedere grandi capacità.
La Lega Nord facendo leva su tematiche molto sentite al Nord come il federalismo fiscale, l’immigrazione e la sicurezza raccoglie un impressionante successo elettorale e diventa il terzo partito d’Italia, confermando di possedere un’organizzazione territoriale efficientissima e molto radicata, oltre ad un utilizzo sapiente del linguaggio, colorito ma oltremodo efficace.
Il Partito Democratico non sfonda al centro e, soprattutto, dall’inizio della campagna elettorale non recupera nemmeno un punto di distacco dal Popolo delle Libertà, circostanza chiaramente determinata dall'atteggiamento troppo soft di Veltroni mai in attacco diretto sull'avversario Berlusconi: nel 2000 il poco stimato Rutelli, tanto per intendersi, ridusse di ben 9 punti il gap dalla Casa delle Libertà!

Ottimo risultato dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro che forte della sua coerenza e del suo linguaggio schietto supera il 4%, aumentando nettamente i propri deputati e triplicando il numero di senatori.
Davvero geniale Marco Pannella che, fiutata la mala parata, ha aderito al PD e seppur rinunciando al simbolo, si è garantito per 5 anni una rappresentanza parlamentare.
L’UDC di Casini mantiene il suo elettorato nonostante l'appello di Veltrusconi al voto utile, ma fuori dalle due principali coalizioni la sua forza parlamentare si riduce a 36 deputati e 3 senatori.
L’armata brancaleone della Sinistra Arcaboleno esce letteralmente demolita da questa tornata elettorale con un modestissimo 3% e, clamorosamente, non porta in parlamento nemmeno un rappresentante.
Sparisce, dopo 130 anni di storia, anche il Partito Socialista di Boselli che non arriva nemmeno all’1%.
Fuori sia dalla Camera che dal Senato anche la Destra di Storace e della Santanchè che avrebbero dovuto opporsi ben prima a Gianfranco Fini il cui intento di accettare l’annessione nel PDL era chiaro da tempo.
Velleitario il tentativo di Ferrara di portare in campagna elettorale il tema dell’aborto con la sua lista che raccoglie lo 0,37%.
Il tanto temuto astensionismo di massa non c’è stato, anche se comunque è aumentato del 3% incidendo, risultati alla mano, soprattutto a sinistra.
La prima valutazione da fare è che i due anni disastrosi del governo Prodi pesavano come un macigno sulla sinistra italiana ed era impensabile poter battere la coalizione PDL - Lega, rinforzata inoltre dal Movimento Per l’Autonomia di Raffaele Lombardo in Sicilia che è stato eletto, a furor di popolo, presidente della Regione col 65% dei voti!
Veltroni ha limitato i danni sganciandosi molto saggiamente dalla sinistra massimalista e mantenendo le storiche regioni rosse, ma perdendo Liguria, Campania e Calabria, con un avanzamento clamoroso della Lega in Emilia Romagna che sfiora l’8%.
Il PD non ha però intercettato quel voto moderato di indecisi che in Italia è l’ago della bilancia e sul quale contava molto per recuperare parte dello svantaggio.
Da questo punto di vista la scommessa del grande partito riformista è stato un flop e, probabilmente, l’origine risiede in un'iniziale valutazione errata: i moderati in Italia, infatti, non sono riformisti bensì conservatori, magari a parole auspicano le riforme, ma deve essere sempre qualcun altro ad ingoiare il primo boccone amore per cui al dunque si rifugiano nel voto verso chi, in quel momento, è in opposizione a colui il quale propone le riforme.
Un parte di italiani si rifiuta, oramai ad oltranza, di accettare la dura realtà di un Paese strutturalmente in declino e si è convinta che si possa continuare a vivere come si è sempre fatto per cui si affida a quelle forze politiche sostanzialmente conservatrici che dicono proprio quello che si vuol sentire ovvero che la situazione è soltanto passeggera e cagionata dal governo precedente.
La sinistra massimalista è stata spazzata via e, finalmente, come ha sagacemente detto Bobo Maroni, il muro di Berlino è caduto anche in Italia.
Tutta a casa la corte dei miracoli dei vari Bertinotti, Pecoraro Scanio, Diliberto, Giordano, Luxuria, Caruso che si sono dimostrati, fuori dalla logica di grande coalizione, quello che in realtà sono sempre stati ovvero generali senza eserciti.
Politici autoreferenziali che hanno goduto in questi anni di una sovraesposizione mediatica e che hanno ricattato in termini elettorali il centrosinistra, assicurandosi immeritate rappresentanze parlamentari ed incarichi di governo a go go.
Personaggi litigiosi ed irresponsabili, mai propositivi e bravi soltanto a pontificare, lamentarsi e dire di no.
Una sinistra lontanissima dalla gente e dai ceti più deboli, che per un anno è stata in grado di smaronare gli italiani su questioni tipo PACS e DICO delle quali non frega nulla al Paese reale che si alza tutti i giorni e va a lavorare .
Invece di concentrarsi sulla riforma della legge 100 sul lavoro, hanno votato il vergognoso indulto ed hanno boicottato il decreto legge di emergenza sulla sicurezza.
Sono stati in grado soltanto di crocifiggere a turno Prodi qualsiasi cosa facesse, generando nel Paese un senso profondo di sfiducia verso una persona onesta che ha risanato, tra mille difficoltà, i conti dello Stato.
Non hanno riformato la legge elettorale di cui ora sono stati vittime, non hanno fatto nulla riguardo il conflitto d’interesse di Berlusconi.
Una sinistra massimalista e comunista (ancora nel 2008!) ostinatamente arroccata su un concetto deviato di solidarietà a brache calate riguardo l’immigrazione e la sicurezza che oramai gli italiani, soprattutto, al Nord rifiutano categoricamente come dimostra il successo netto e dirompente della Lega.
Bertinotti, sparito nei due anni di presidenza della Camera, era ricomparso come leader di questo sgangherato carrozzone, pensando di infinocchiare per l’ennesima volta con la sua parlantina e le sue citazioni colte in francese gli elettori.
Ed invece, a furia di tirare la corda si è spezzata, ed ora avranno 5 lunghi anni per meditare sul loro operato.
Purtroppo tra le macerie finiscono anche le tematiche ambientaliste, trascinate nell’affondamento della barca da Pecoraro Scanio che è il primo responsabile non solo della fine dei Verdi, ma soprattutto del fatto che importanti questioni ambientali, loro cavallo di battaglia, sono state “sputtanate” e svilite da personaggi di tal guisa che hanno portato alla deriva verso posizioni massimaliste ed integraliste.
La totale assenza di coscienza ambientale a destra fa presagire 5 anni di tabula rasa, ma purtroppo questa è l’inevitabile conclusione di un percorso scellerato iniziato nel 1998...

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1 Commenti:

  • Non tutto è così negativo, abbiamo il pericoloso Berlusconi al potere ma abbiamo anche la lega con una significativa maggioranza... siamo positivi... speriamo che oltre ai danni inevitabili del lieder almeno tutti i clandestini ritornino a casa loro. Non se ne può +! DISASTRO da una parte e PULIZIA dall'altra!

    Di Anonymous Anonimo, Alle 21 aprile 2008 alle ore 14:01:00 CEST  

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