Partito dei Giovani (P.d.G.)

Finalmente è nata una forza giovane che vuole rinnovare il paese e sostituire l'attuale gerontocrazia che soffoca l'Italia.

Vday

mercoledì 21 febbraio 2007

LIBERA CHIESA E LIBERO STATO


Il Partito dei Giovani è un movimento laico che crede fermamente nel concetto di “Libera Chiesa e Libero Stato” evoluzione del già avanzato principio liberale, espresso da Cavour, “Libera Chiesa in Libero Stato”.
Non si possono negare le radici cristiane del nostro Paese che si riscontrano, in parte, in quel complesso di valori di riferimento della società italiana.
Ma questo non significa che lo Stato debba rinunciare alla sua indipendenza politica e legislativa: l’Italia ha bisogno di leggi al passo con i tempi che governino il processo di secolarizzazione in atto nei paesi occidentali e sviluppati.
La ricerca ed il progresso vanno si controllati, ma non fermati acriticamente in base a convinzioni oscurantiste e reazionarie. La pretesa di elevare gli orientamenti religiosi a principi fondamentali da estendere a tutti, credenti o non credenti, è tipica degli stati teocratici dove c’è la sovrapposizione della legge con la religione (peccato = reato).
Per fortuna l’Italia non è l’Iran: ognuno ha libertà di espressione e pensiero, ma in democrazia si decide a maggioranza come hanno dimostrato, a suo tempo, le leggi sul divorzio e sull’aborto ed i successivi referendum, con tanti elettori democristiani che si schierarono a favore, contravvenendo i diktat della Chiesa. Così come la maggioranza dei cattolici oggi non segue i divieti vaticani su temi come la sessualità e la contraccezione.
Da anni l’Italia riceve flussi di immigrazione da paesi di religione diversa da quella cattolica, fenomeno per decenni senza controllo e volutamente non regolamentato.
La Chiesa tramite i suoi organismi pastorali non si è mai opposta a questa immigrazione selvaggia (Caritas), che spesso è finita per alimentare lo sfruttamento di povera gente , spinta dalla povertà ad accettare condizioni e retribuzioni vergognose pur di sfuggire alla fame. Inoltre la Chiesa ha criticato gli aspetti maggiormente restrittivi e sanzionatori della Legge Bossi – Fini (Testo della legge), rispetto alla precedente Legge Martelli del 1990.
Il nostro paese si trova ora in un contesto multi - religioso e multi - culturale nel quale è fondamentale stabilire dei paletti validi per tutti, fornendo un quadro di valori generalmente accettato e condiviso nel quale identificare il concetto di nazione.
La libertà di religione è un diritto fondamentale della persona, ma le convinzioni religiose non devono violare le leggi dello Stato o ledere altri diritti sanciti dalla Costituzione. Sul suolo della Repubblica Italiana si gira, ad esempio, a volto scoperto e non con una palandrana in testa. La donna ha gli stessi diritti (e doveri) dell’uomo. La schiavitù non è consentita, così come la poligamia. In moto si indossa il casco e non il turbante.
Se ciò è in contrasto con precetti religiosi cristallizzati da secoli, ognuno è libero di tornarsene nel paese di provenienza.
Parlare ancora di religione di stato o del crocifisso affisso in aula è anacronistico, poiché l’Italia ha imboccato, da tempo, il pericoloso sentiero della società multi - etnica.
Nelle aule delle nostre disastrate scuole o nei tribunali, se qualcosa va tenuta semmai sono la bandiera tricolore ed il ritratto del presidente della Repubblica nei quali ogni cittadino italiano, cristiano cattolico, ortodosso, protestante, mussulmano sciita o sunnita, scintoista o buddista deve riconoscersi.
Il P.d.G. reputa, per tanto, necessaria una generale revisione dei Patti Lateranensi e del Concordato del 1984 (Testo del Concordato), perché le condizioni culturali e sociali del Paese sono cambiate.

Con i Patti Lateranensi la Chiesa ha saputo fare i propri interessi, lo Stato italiano no. Perché, una volta che uno Stato dichiara di essere cattolico, non potrà essere incoerente e promulgare leggi che siano in contrasto col cattolicesimo. E poiché il cattolicesimo non è qualcosa di autonomo rispetto alla Chiesa, ma è ciò che la Chiesa intende che il cattolicesimo sia, lo Stato si trova sempre condizionato dalle eventuali condanne della Chiesa. Se lo fa - e lo ha fatto con le leggi sul divorzio e sull’aborto - è comunque in contraddizione con la propria Costituzione.
E’ giunta l’ora di sanare questa contraddizione e riscrivere l’articolo 7 dei Patti Lateranensi che recita: “l’Italia riconosce e riafferma il principio consacrato nell’articolo 1 dello Statuto del Regno 4 marzo 1848, nel quale la religione cattolica, apostolica e romana è la sola religione dello Stato”.
Nell’attuale palude politica e con l’Italia spaccata politicamente a metà, però, il voto dei cattolici osservanti e fedeli al Vaticano è ago della bilancia per entrambi gli schieramenti, come dimostra la recente questione sui DICO (Link), aberrazione giuridica, nata appunto come compromesso per evitare la strada scelta dal governo laico del socialista Zapatero nella “cattolicissima” Spagna (corriere della sera) ovvero l’estensione dell’istituto del matrimonio civile alle coppie omosessuali (Link).
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