Partito dei Giovani (P.d.G.)

Finalmente è nata una forza giovane che vuole rinnovare il paese e sostituire l'attuale gerontocrazia che soffoca l'Italia.

Vday

venerdì 27 luglio 2007

FIAMME CRIMINALI


Il Centro-Sud d’Italia brucia.
Centinaia di ettari di bosco e di territorio ridotti in cenere per mano di criminali senza scrupoli.
Il Consiglio dei ministri ha proclamato lo stato di calamità nazionale per le regioni del Mezzogiorno e del Centro Italia devastate dal fuoco
(adnkronos).
Favoriti dalle alte temperature degli ultimi giorni e dal forte vento di scirocco, i “piromani” hanno appiccato il fuoco in maniera sistematica, seguendo un chiaro disegno, preordinato e pianificato a tavolino: un violento attacco al territorio per favorire la speculazione edilizia o per ottenere il rinnovo del soprassuolo erbaceo per la pastorizia (le cause).
Un aereo anti-incendio Canadair è precipitato in Abruzzo provocando la morte del pilota durante l’opera di spegnimento di un vasto incendio (rainews24).
Nel Gargano, nella zona tra Peschici e Vieste, oltre al gravissimo danno ambientale ed alle tre vittime (il Giornale), si aggiungono i danni economici derivanti dalla distruzione di decine di strutture turistiche ed alberghiere (l'Espresso).

Solo la fortuna ha evitato che il bilancio delle vittime fosse più grave.
In Italia si abusa sempre della parola emergenza per problemi che, sebbene stagionali, sono oramai endemici.
Dal punto di vista legislativo, nel 2000 si è intervenuti con l’inserimento all’interno del codice penale dell’autonoma figura di reato d’incendio boschivo (art.423bis CP) e l’inasprimento delle pene, proporzionali al danno ambientale provocato (le previsioni di pena).
Ma il numero di incendiari arrestati, processati e condannati è irrisorio, a causa di grave carenze nell’attività di prevenzione ed investigazione: il nodo del problema è, come al solito, il controllo del territorio al quale il Corpo Forestale dello Stato non riesce a far fronte in maniera adeguata a causa di una cronica situazione di sotto-organico.
Anche i Vigili del Fuoco si lamentano delle carenze di uomini e mezzi, rimarcando la troppa enfasi data allo spegnimento degli incendi dall’alto mediante aerei ed elicotteri a scapito dello spegnimento dal basso, fondamentale per estinguere, definitivamente, i focolai ed evitare il revamping.
A questo si aggiunge l’abbandono di molte aree boschive che non vengono curate e nelle quali l’accumulo di arbusti favorisce lo sviluppo ed il veloce propagarsi delle fiamme.
In base alla legge del 2000 i Comuni avevano il compito di predisporre il catasto delle aree percorse dal fuoco nelle quali far scattare il divieto di edificazione per 10 anni, ma fin ad ora soltanto una minoranza dei Comuni italiani ha provveduto.
Nelle regioni devastate dagli incendi in questi giorni, manco a dirlo, il numero di Comuni che ha redatto il proprio catasto delle aree bruciate è appena il 35%, circostanza sottolineata anche dal capo del Dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso che ha lanciato pesanti accuse alle autorità locali per le responsabilità nell'azione di contrasto ai piromani (le dichiarazioni di Bertolaso).
Il Partito dei Giovani propone, innanzitutto, di sottrarre questa competenza ai Comuni, assegnandola al Corpo Forestale che, mediante concorsi straordinari di arruolamento, andrà adeguatamente rinforzato nel proprio organico con personale tecnico e con, almeno, 500 agenti da dislocare sul territorio per l’azione di prevenzione e repressione dei fenomeni criminosi.
Inoltre il P.d.G. propone di estendere a tutti i parchi italiani la strategia ideata da Tonino Perna (biografia), presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte dal 2000 al 2006: la stipula delle convenzioni per l’attività di servizio antincendio con soggetti esterni al parco (associazioni, cooperative, etc.) prevede la decurtazione del 50% del compenso pattuito se più dell’1% del territorio assegnato viene distrutto da un incendio.
Questo meccanismo ha spinto ogni singolo partecipante alla gara a fornire il servizio per meno ettari di territorio, sui quali però l’attività di controllo e prevenzione viene efficacemente implementata.
In cinque anni, ogni anno, gli incendi sono scesi dall’80 al 90 per cento rispetto alla media degli anni Novanta. Il successo è legato a una cosa semplicissima: la responsabilità sociale.



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