Partito dei Giovani (P.d.G.)

Finalmente è nata una forza giovane che vuole rinnovare il paese e sostituire l'attuale gerontocrazia che soffoca l'Italia.

Vday

venerdì 2 marzo 2007

UN'AUTOCRITICA IN CONFLITTO D'INTERESSE


Nei giorni scorsi è stato presentato il primo Rapporto “Generare classe dirigente - Un percorso da costruire” dell’Università Luiss – Guido Carli di Roma, redatto in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, l’Alma Mater Studiorum e l’Alma Graduate School dell’Università di Bologna (la Repubblica).
Secondo il Rapporto, uno dei nodi cruciali con cui fare i conti è l’età media dell’elite italiana che continua, inesorabilmente, ad invecchiare passando tra il 1990 ed il 2004 da 56,8 a 61,8 anni.
Un dato di cui gli stessi dirigenti sono i primi ad essere consapevoli: infatti, ben l’81,6% sostiene che i leader italiani sono troppo anziani.
I giovani sono profondamente sfiduciati sul proprio futuro professionale: due su tre pensano che avranno una posizione sociale simile o inferiore a quella dei genitori.
Ormai è profondamente radicata la convinzione che per quanto un giovane possa essere capace, studioso e volenteroso, questi dovrà rassegnarsi ad una carriera di secondo piano se nasce senza “pedigree”.
Pesa come un macigno il giudizio generale sui “meccanismi di reclutamento”, reputati tutt’altro che meritocratici. Per raggiungere i vertici infatti contano più “le frequentazioni”, che “il sapere”: si arriva nei posti di rilievo per “cooptazione” e non certo per “merito” e per capacità personali. Ricchezza e relazioni importanti sembrano le due risorse che maggiormente caratterizzano, secondo gli intervistati, la classe dirigente del nostro Paese, considerata alquanto deficitaria riguardo a visione strategica, capacità decisionali, innovazione e creatività e, soprattutto, moralità, legalità e responsabilità pubblica e sociale.
Il rapporto recita che “la banalizzazione di questa percezione popolare è che comandano i ricchi e i raccomandati e non i migliori.
Noi del P.d.G. pensiamo che la vox populi non sia banale, ma anzi sia una fotografia attenta dello status quo: semmai si può meglio precisare che comandano quasi sempre i ricchi e i raccomandati e non i migliori, a meno di grandi colpi di fortuna”.
Non c’era bisogno di questo rapporto per rivelare una realtà sotto gli occhi di tutti da tempo che ha spinto un gruppo di giovani volonterosi a fondare il P.d.G.
Curioso è il fatto che l’età media dei relatori (link), presenti alla presentazione del Rapporto, fosse 55 anni: dei giovincelli se confrontati con la media nazionale della classe dirigente italiana!!! Ma per favore… per la serie “se la cantano e se la suonano da soli”, mentre i diretti interessati, i giovani, rimangono alla finestra a sentire l’autocritica di gente che poi non ha la minima intenzione di schiodarsi dalle proprie poltrone e ritirarsi a vita privata .
Cari giovani, dataci la forza per rappresentarvi, diffondete il più possibile l’indirizzo di questo blog e stimolate il dibattito.
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