Partito dei Giovani (P.d.G.)

Finalmente è nata una forza giovane che vuole rinnovare il paese e sostituire l'attuale gerontocrazia che soffoca l'Italia.

Vday

martedì 28 ottobre 2008

MA I GIOVANI?


Il Partito Democratico ha fatto la sua grande manifestazione.
Annunciata da mesi, Veltroni ha riempito il Circo Massimo e subito si è creata la solita polemica sui numeri e sulle persone presenti. Certo è che sparare 2 milioni e mezzo di partecipanti non è un grande segno di serietà da parte del leader del PD.
Non brilla nemmeno il leader del PDL ed attuale presidente del consiglio Berlusconi che mostra chiaramente tutta la sua scarsa sopportazione verso le opposizioni che si ricordano ogni tanto di fare il proprio mestiere...
Veltroni prima strappa con Di Pietro, ma poi converge verso le sue posizioni (e sottoscrive l'accordo con l'IDV in Abruzzo per le Regionali) che d’altra parte sono giustificate dal fatto che esiste una maggioranza al governo convinta non di aver vinto delle libere (?) elezioni democratiche, ma di aver conquistato il potere.
Di Pietro seppur con toni e forme non sempre “auliche” fa opposizione dura, perché ha colto bene l’essenza di questo Governo e della sua maggioranza parlamentare di yes men: Berlusconi va tirato dentro una partita di rugby e non in un incontro di scherma se si vuole sperare minimamente di schiodarlo dalla poltrona di Palazzo Chigi.
Alla manifestazione di Roma però mancava una componente fondamentale, quella del movimento studentesco attualmente in agitazione contro la riforma Gelmini ed i tagli imposti da Tremonti a Scuola ed Università.
E non è un caso visto che, a suo tempo, il ministro diessino Mussi levò 80 milioni di Euro alla Ricerca per regalarli ai camionisti incavolati per il caro gasolio o il ministro Berlinguer fu liquidato appena provò ad inserire dei premi economici ai docenti basati solo su criteri meritocratici...
Certo, c’erano i giovani democratici a fare colore come sempre ci sono, ma qual è la loro incidenza sulle strategie del Partito? E, soprattutto, dove sta il turnover nella dirigenza? Basta vedere chi era in testa al corteo, per capire che di ricambio nemmeno a parlarsi…
In realtà i giovani come entità e categoria sociale è stata espulsa dalla politica da circa 15 anni ed in questo non c’è differenza tra Destra e Sinistra, se si possono ancora chiamare così dei contenitori eterogenei e sostanzialmente privi di un vero ideale e di un progetto politico discriminante.
I giovani sono, purtroppo, una massa priva di coscienza di sé e della potenza che potrebbero scatenare, dell’energia dei meglio anni che sarebbe in grado di rivoltare questo Paese paludato dalle fondamenta.
Relegati ai margini della società vivono in un limbo di sfiducia ed apatia, di disimpegno e disinteresse, si lamentano di non avere un futuro, ma non fanno nulla perché essi possano diventare artefici del proprio destino. La gerontocrazia decide per loro ed ovviamente non perde occasione per metterglielo in quel posto ogni volta che c’è bisogno.
I giovani guardano i Partiti con diffidenza e come non dovrebbero, vista la continua incoerenza e scarsa serietà della classe politica italiana e la totale assenza di politiche giovanili.
Ma la Politica autoreferenziale non ha bisogno di loro, ogni tanto ne coopta qualcuno nel ruolo di servo sciocco del padrone, ma per il resto approfitta alla grande di questa situazione continuando a banchettare del salone dei ricevimenti del Titanic…

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mercoledì 22 ottobre 2008

FIRMA PER ROBERTO SAVIANO


Il Partito dei Giovani invita i suoi simpatizzanti a sottoscrivere l'appello on line partito da alcuni premi Nobel e promosso dal sito del quotidiano la Repubblica che manifesta l'appoggio della società civile ed onesta allo scrittore e chiede allo Stato di proseguire in maniera più energica la lotta alla Camorra e a qualsiasi associazione a delinquere di stampo mafioso.
Roberto Saviano è minacciato di morte dalla Camorra, per aver denunciato le sue azioni criminali in un libro - "Gomorra" - tradotto e letto in tutto il mondo, dal quale è stato tratto un film di grande successo che concorre al premio Oscar come migliore pellicola straniera.
E' minacciata la sua libertà, la sua autonomia di scrittore, la possibilità di incontrare la sua famiglia, di avere una vita sociale, di prendere parte alla vita pubblica, di muoversi nel suo Paese. Un giovane scrittore, colpevole di aver indagato il crimine organizzato svelando le sue tecniche e la sua struttura, è costretto a una vita clandestina, nascosta, mentre i capi della camorra dal carcere continuano a inviare messaggi di morte, intimandogli di non scrivere sul suo giornale, "la Repubblica", e di tacere.

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