Partito dei Giovani (P.d.G.)

Finalmente è nata una forza giovane che vuole rinnovare il paese e sostituire l'attuale gerontocrazia che soffoca l'Italia.

Vday

mercoledì 21 novembre 2007

SILVIO FOREVER


Il Cavaliere Silvio Berlusconi con un colpo da teatro (galleria fotografica) ha spiazzato tutti (ad eccezione di Vittorio Feltri che in un articolo su Libero dell’8 settembre lo aveva "profeticamente" previsto): galvanizzato dalle milioni di firme (tarocche) raccolte dai Gazebo forzaitalioti, con un improvvisato comizio di piazza (San Babila a Milano, gremita da una folla festante), ha comunicato agli italiani lo scioglimento di Forza Italia e l’imminente nascita di un nuovo soggetto politico, che si chiamerà "il Popolo della Libertà" o "il Partito della Libertà" (è stato aperto un sondaggio on line sul sito di Forza Italia per lasciar decidere il popolo). A suo fianco la pasionaria “rossa” dei circoli della libertà Michela Vittoria Brambilla (biografia).
L’agiografo, ex comunista ed ex socialista, Giuliano Ferrara, stipendiato da il FOGLIO della moglie Veronica Lario, lo ha paragonato a MAO TSE TUNG (!), mentre l'amico di lungo corso Fedele Confalonieri addirittura a LENIN (!!!).
Di questo passo scatterà sicuramente il paragone con il
MUSSOLINI crepuscolare che a Milano arringa i soldati della RSI in piedi sulla torretta di un carro armato! Berlusconi ritorna alle origini del 1994, scioglie FORZA ITALIA che, dopo anni di improvvisazione, iniziava a strutturarsi come un vero partito e rigioca la carta del movimento (conferenza stampa).

Pare che abbia già contattato la Democrazia Cristiana (il sito della DC) di Giuseppe Pizza per poter utilizzare lo storico simbolo dello scudo crociato!
Si scaglia contro i parrucconi della politica (il Corriere), afferma che la politica è lontana dalla gente e dai suoi problemi, vuole che i giovani ritornino a fare politica e diventino classe dirigente.
Tutte cose condivisibilissime e giustissime, ma sorge spontanea una domanda che ovviamente nessun “giornalista” ha però il coraggio di rivolgere de visu al Cavaliere. Ma Berlusconi fino a ieri ha vissuto su Marte o non è da 13 anni il leader incontrastato dello schieramento di Centrodestra? Non è stato per ben due volte Presidente del Consiglio?
Il Cavaliere cavalca l’onda dell'indignazione popolare contro i costi della politica, ma dimentica che c’era la «sua» maggioranza al Senato quando i costi sono cresciuti del 39% oltre l’inflazione e c’era lui a Palazzo Chigi quando il governo spendeva 65 milioni di euro in un anno per voli di Stato. Dove governa il Centrodestra (Comuni, Province, Regioni) la tanto strombazzata efficienza ed efficacia aziendalistica rimane un miraggio.

Berlusconi si erge a difensore del libero mercato e della concorrenza, quando poi è il protagonista del più grande monopolio economico - televisivo - mediatico del mondo occidentale
Il Cavaliere chiede un’altra volta alla gente di affidargli il futuro del paese, promettendo di essere l’artefice di un nuova stagione per la politica italiana... proprio lui che a 71 anni suonati è già stato alla guida del governo poco meno di De Gasperi o Andreotti ma già oltre un anno più di Fanfani, due più di Craxi, tre più di Rumor?
Il Partito Azienda, da lui fondato e guidato, ha dato spazio ai giovani soltanto nella prima ora (quando nessuno credeva nell’impresa e voleva candidarsi), diventando progressivamente il rifugio di tanti "professionisti e riciclati" della politica contro i quali il Cavaliere lancia poi populisticamente i propri strali: ai vertici della classe dirigente ufficiale e non di Forza Italia spiccano, infatti, i nomi dell’ex comunista Sandro Bondi (classe 1959), di Gianfranco Miccichè (classe 1954), dell’ex democristiano Renato Schifani (classe 1950), di Letizia Moratti (classe 1949), dell’ex democristiano Claudio Scajola (classe 1948), di Giulio Tremonti (classe 1947), dell’ex socialdemocratico Carlo Vizzini (classe 1947), di Marcello dell’Utri (classe 1941), di Paolo Bonaiuti (classe 1940), dell’ex socialista Fabrizio Cicchitto (classe 1940), di Gianni Letta (classe 1935), dell’ex liberale Alfredo Biondi (classe 1928) e Don Gianni Baget Bozzo (classe 1925). Tra i non più giovani spiccano Stefania Prestigiacomo (classe 1966) e la conduttrice televisiva Gabriella Carlucci (classe 1959).
Ed ecco, infatti, tirar fuori dal cilindro del prestigiatore il volto nuovo della Brambilla con la chiara mossa di marketing politico dei Circoli della libertà, per far credere che sia nato qualcosa di nuovo nell'asfittico e desolante panorama politico italiano.
Già il poderoso apparato televisivo e giornalistico è stato messo in movimento per supportare questa operazione di maquillage politico: inizierà inesorabile l’ostracismo nei confronti dell’ex alleato Gianfranco Fini e degli alleanzini nazionali che rimarrano fedeli al proprio segretario e la sovraesposizione mediatica del movimento “la Destra”
(il sito) di Storace e della Santanchè che hanno giurato fedeltà incondizionata al Cavaliere (il Giornale).
Il Partito dei Giovani da tempo ha capito chi è Silvio Berlusconi: un oramai anziano imprenditore che scese in campo, prima che fosse troppo tardi, in difesa (dal suo punto di vista legittimamente) di se stesso e dei propri interessi economici, derivanti da un monopolio legittimato dallo Stato italiano grazie all’influente amicizia di Bettino Craxi
(biografia).
Riuscito nell’impresa di sconfiggere la gioiosa macchina da guerra dei Progressisti di Achille Occhetto
(biografia) nel 1994, da quel momento ha pesantemente condizionato (in peggio) il modo di far politica in Italia con il suo Partito Azienda formato da yes men.
Gli alleati sono stati ridotti a ruoli di subalterni ed eterni aspiranti al trono, mentre la sinistra democratica ha rincorso Berlusconi proprio sul terreno della politica spettacolo negli stucchevoli "salotti" catodici.
FORZA ITALIA è stato un movimento privo di contenuti che quando ha governato non ha prodotto nulla di significativo, se non disastri e leggi ad personam per salvare il monopolio di Berlusconi ed i suoi amici.

In questi tredici anni l’Italia è sprofondata nel baratro dell’insicurezza e della rassegnazione, il suo apparato industriale è stato smantellato così come la magistratura, portata alla paralisi organizzativa ed amministrativa.
Purtroppo Berlusconi non ha nessuna intenzione di ritirarsi a vita privata, condizionando sempre più geriatricamente il quadro politico-istituzionale del Paese.

LA RISPOSTA PUO' ESSERE SOLTANTO UNA: DARE FORZA AL P.d.G.!!!

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giovedì 15 novembre 2007

CONSOLIAMOCI CON PAMELA


Sulla situazione economica dell'Italia e sul futuro dei giovani pensiamo sia importante proporre l'interessante intervento di Loris Palmerini (il suo blog) dal titolo "Il dollaro debole porta l'Italia alla bancarotta", nel quale si spiega in maniera chiara e precisa quale sia la situazione del nostro Paese e le prospettive per le nuove generazioni, la cui unica speranza (se non fosse ancora chiaro) è di affidarsi al Partito dei Giovani.
PS: la lettura è molto sconfortante per cui addolciamo la pillola con la presenza di Pamelona Anderson.
"Sembra che finalmente i media abbiano deciso di avvicinarsi alla realtà sul petrolio. Non sarebbe un problema se il greggio costasse anche 100 dollari al barile se nel frattempo il dollaro continua a costare sempre meno euro. Cosa che succede.
Ecco perché non esiste un caro petrolio, e semmai si tratta di un dollaro debole. Il petrolio a 93 dollari il barile costa circa 61 euro.
Quando il petrolio era a 35 dollari, in realtà lo pagavamo circa 44 euro. Considerando poi che esistono anche il gas e le fonti alternative, il problema non è così grave, anzi ci spinge a investire in fonti alternative e nella ricerca, preparando l’avvento di un futuro più pulito e con meno guerre.
Ma allora perché i politici italiani si arrabbiano per il super euro (che non esiste)? Semplice: un dollaro debole (o un euro forte a suo confronto) ci porterà alla bancarotta. Ma solo l’Italia.
Il problema nasce dal fatto che per decine di anni si sono affrontati i problemi del “Sistema Italia” con la svalutazione. Negli anni in cui Ciampi era governatore della Banca d’Italia, appena si avvicinava una crisi economica si procedeva a svalutazione della lira. In questa maniera i prodotti italiani erano meno costosi sul mercato estero, e dunque si riusciva a far andare avanti la barca così com’era, vale a dire con privilegi per la casta, industriali assistiti, corruzione, parassitismo statale, ecc ecc.
Però, con la svalutazione, si rinunciava anche a migliorare il sistema per renderlo più efficiente e competitivo. E il problema dell’impoverimento che deriva dalla svalutazione veniva scaricato sul debito pubblico. E così i problemi che dovevano essere risolti 20 anni fa si sono tutti accumulati, e sono da risolvere oggi!
Il risultato già oggi evidente è che i quarantenni vengono chiamati “ragazzi” e gli si da la colpa se non hanno uno stipendio . I loro padri invece , si sono fatti 2 case lasciando i debiti da pagare.
Si può dire che Ciampi abbia nociuto al paese in maniera mostruosa, condannando 2 o 3 generazioni al precariato, alla povertà e alla servitù alla casta. Inoltre, grazie alla svalutazione, sono sopravissute a sé stesse molte industrie decotte, condannate a morire comunque per la globalizzazione. E si è insistito nel tenere in piedi industrie ormai obsolete anche con la manodopera a basso costo degli immigrati.
Il risultato è che quelle industrie sono oggi aziende fabbrica debiti, e hanno lasciato alla collettività solo il problema di una immigrazione selvaggia che ha distrutto la socialità e perfino la sicurezza degli indigeni.
Dunque, ora succede che il dollaro debole fa aumentare le esportazioni americane, ma oltre a quelle americane aumentano le esportazioni di India, Cina etc. che sono valutate in dollari.
In pratica, se continua così, cioè una concorrenza ancora più forte di prima delle merci cinesi e indiane, da qui a qualche anno il sistema produttivo italiano sarà rasato al suolo salvo poche eccellenze. E continuerà così perché gli USA hanno bisogno che il dollaro resti debole per esportare. I cinesi si stanno sbarazzando dei dollari e questo aumenterà ancora la svalutazione del dollaro, rischiando di far scivolare la cosa dalle mani americane.
Ma ai tedeschi e ai francesi, ormai globalizzati finanziariamente, la cosa non interessa. Una moneta forte è normale, lo era anche il marco tedesco. Tutt’al più i tedeschi diventeranno sempre più capaci di comperare anche quei pochi rimasugli buoni della fallimentare economia del sistema italia.
Perciò, un dollaro debole rispetto ad un euro “forte”, unito al parassitismo e al debito pubblico ci manderà in bancarotta. Senza parlare della casta inamovibile ed incapace che non sa fare nulla come dimostrano le cronache. Però, se per assurdo dovessero aumentare i tassi di interesse americani, allora il dollaro si rivaluterà rispetto all’euro. Purtroppo però questo farebbe aumentare in maniera pazzesca gli interessi da pagare sui debiti dello Stato, il quale già ora non riesce a pareggiare i conti sebbene si sforzi.
Dunque, a me pare che siamo tecnicamente falliti, ma nessuno ha il coraggio di dirlo. O quasi".

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